Mercoledì, 13 Gennaio 2021 09:10

Sant’Ilario di Poitiers patrono di Parma e la tradizione delle scarpette

Sant’Ilario di Poitiers: chi era? Perché un Santo francese è patrono di Parma? La nostra città lo festeggia 13 gennaio, proprio oggi.

Per la gioia dei piccoli, ma anche dei grandi, in questi giorni nelle vetrine dei panifici e delle pasticcerie di Parma appaiono dei dolci particolari: biscotti di pasta frolla a forma di piccola scarpa, ricoperti di cioccolato o glassa colorata. Che strano! Come mai?

Cerchiamo di rispondere a queste domande andando con ordine. Sant'Ilario nacque a Poitiers all’inizio del IV secolo da una famiglia pagana di alto lignaggio. Studiò i filosofi greci ma fu la lettura della Bibbia che lo portò a un passo decisivo: la conversione al Cristianesimo. Venne acclamato Vescovo della sua città nel 353.

A causa della sua battaglia contro l’eresia ariana fu esiliato in Frigia (una parte dell’attuale Turchia) dove rimase per alcuni anni.
Si suppone che proprio durante il viaggio di rientro in patria, si ritrovò a passare per Parma dove, come riporta la narrazione popolare, trovò riparo per la notte a casa di un ciabattino.
Pur essendo un personaggio importante, viaggiava lungo la Via Emilia da solo, come un semplice pellegrino.
Quando il padrone di casa vide le misere condizioni delle scarpe di Ilario, gliene regalò un paio nuovo.
Aveva ancora tanta strada da fare … La mattina seguente il Vescovo partì che faceva ancora buio e solo al suo risveglio il ciabattino vide che le scarpe vecchie e consunte del suo ospite si erano trasformate in scarpe d’oro! La sua generosità era stata ben ripagata.
Sant’Ilario è il principale patrono di Parma. Forse il culto venne assimilato dai Francesi, presenti in Italia nel XIII secolo, ma sicuramente il racconto del suo transito per Parma e del miracolo svolsero un ruolo importante nella scelta che parrebbe risalire al 1266.

Le dolci scarpette di Sant’Ilario ogni anno ci ricordano questo avvenimento.
Siamo a Parma, nominata Città Creativa della Gastronomia dall’Unesco nel 2015 quindi nulla di strano che la memoria di un episodio sacro si traduca in una tradizione legata al cibo.
E così le domande poste all’inizio hanno trovato una risposta.
Cosa resta, oltre alle scarpette, a ricordarci il nostro Santo Patrono?
Diversi dipinti e affreschi nelle chiese cittadine tra cui la Cattedrale (Correggio) e San Giovanni Evangelista (Parmigianino), l’antica memoria di una chiesa, a ovest della città, a lui dedicata e non più esistente.
Nel 1663, presso la cappella dell’Ospedale Vecchio sorto lungo il tracciato della via Emilia, si edificò l’Oratorio di Sant’Ilario dove il culto del Patrono di Parma venne trasferito. La chiesa è un piccolo gioiello che vale la pena visitare. Completamente decorata in stile barocco, conserva al suo interno due sculture che raffigurano il Santo, una risalente al XV secolo e l’altra ottocentesca.

L’oratorio rappresenta una tappa fondamentale nel nostro itinerario in Oltretorrente, un quartiere caratteristico di Parma dove si trovano altri bellissimi luoghi di culto.
Saremo felici di accompagnarvi alla loro scoperta!

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